Questi giorni sembrano lasciare il segno su di noi: ci sentiamo particolarmente provate, più stanche del solito, affaticate e, a tratti, persino irritabili. È come se il nostro corpo e la nostra mente stessero affrontando una sorta di transizione, una fase di adattamento che, in fondo, rispecchia ciò che sta accadendo in natura. L’inverno sta lentamente cedendo il passo alla primavera, e con questo passaggio avvertiamo i suoi effetti sulla nostra energia e sul nostro umore. Il cambio di stagione porta con sé una rinnovata vitalità, ma anche un momento di assestamento in cui il nostro organismo si prepara ad accogliere il risveglio primaverile.
Per noi è solo un cambio di data, ma la realtà è che si tratta di un processo graduale e silenzioso che ci porta ad avvertire quella che viene comunemente chiamata stanchezza primaverile fatta di spossatezza generale accompagnata da sonnolenza, sbalzi d’umore, difficoltà di concentrazione e mal di testa.
Il risultato è che ci sentiamo meno energiche e motivate e in difficoltà a carburare per affrontare gli impegni quotidiani. Questo accade perché l’aumento delle ore di luce e i cambiamenti nella temperatura costringono il nostro organismo a cercare un nuovo equilibrio nella produzione di ormoni chiave (cortisolo e melatonina) che regolano il ritmo circadiano (ovvero il nostro orologio interno). Quindi il corpo (e la testa) vanno fuori fase giusto il tempo di “capire ” il cambiamento.
E se non fosse tutta colpa della primavera? Cos’è la brain fog
Ma se tutti questi “sintomi” persistessero da tempo e non fossero solo dovuti al cambio di stagione? E se non fosse solo colpa della “maledetta primavera”?
I sintomi della stanchezza primaverile sono molto simili a un altro fenomeno di cui poche donne conoscono il nome. Si chiama brain fog, letteralmente nebbia mentale, e genera:
- difficoltà di concentrazione
- sensazione di “testa ovattata”
- stanchezza mentale persistente, anche dopo aver riposato.
La brain fog è una conseguenza delle alterazioni del ciclo mestruale tipica della pre-menopausa e menopausa e spesso viene accompagnata da vampate di calore, sbalzi d’umore e disturbi del sonno.
Uno studio pubblicato sulla rivista Menopause ha evidenziato come il massiccio calo di estrogeni e progesterone influisce significativamente sulla funzione cerebrale e sul benessere generale.
La brain fog può incidere significativamente sul benessere quotidiano, influenzando diversi aspetti della sfera personale e professionale. Questo stato di confusione può portare a una gestione meno efficace del tempo, con un rallentamento delle attività quotidiane, una maggiore difficoltà nel rispettare scadenze e un senso di frustrazione crescente di fronte a compiti che normalmente sarebbero affrontati con più facilità. Nel lungo termine, questa condizione può generare una maggiore vulnerabilità allo stress e contribuire a un senso di insoddisfazione, aumentando il rischio di perdita di fiducia nelle proprie capacità.
Per questo motivo, è importante non sottovalutare i segnali della brain fog e intervenire con strategie mirate: se anche tu, quindi, da un po’ di tempo stai vivendo queste fastidiose sensazioni, forse ho il rimedio per te.
Un libro per imparare ad accettare i cambiamenti della menopausa
Si tratta della lettura del libro di una bravissima ginecologa che aiuta la donna a comprendere meglio i mutamenti profondi e la tristezza del “non essere più come prima” perché la menopausa non è la fine, ma solo un cambiamento che, con le giuste strategie, può essere sostenibile.
“Senza paura di cambiare” di Anna Paola Cavalieri (puoi trovarlo qui) è un libro illuminante che ho scoperto dopo aver ascoltato dal vivo la dottoressa a una conferenza (e nel nuovo magazine c’è un articolo proprio sul suo intervento!).
È scritto in modo semplice e può essere un valido aiuto per comprendere una volta in più l’importanza della cura di sé e dell’ascoltare i segnali del proprio corpo, che sono e saranno sempre il miglior indicatore del nostro benessere.
Qui puoi trovare qualche altro ottimo suggerimento.