Nei nostri articoli abbiamo spesso parlato dell’importanza di assumere determinati alimenti con micronutrienti fondamentali per la nostra salute. In dolce attesa l’attenzione per l’alimentazione è massima e assumere i giusti alimenti gioca un ruolo cruciale. Il motivo? Sembra che siano eccellenti alleati per combattere la depressione perinatale, un disturbo molto diffuso tra le future mamme e neo mamme.
Disturbo di cui bisogna parlare perché, nonostante la gravidanza sia un evento assolutamente fisiologico e nonostante gli ormoni cerchino di proteggerci e tutelarci (e di questo dobbiamo ringraziare il progesterone e gli estrogeni che hanno un effetto calmante e influenzano positivamente il sistema nervoso!), esiste la possibilità di potersi ammalare di depressione e/o disturbi d’ansia proprio in questo periodo.
Depressione perinatale: un disturbo molto diffuso
Durante il periodo perinatale, che si estende dalla gravidanza fino al primo anno di vita del bambino, molte donne manifestano disturbi mentali che possono avere un impatto rilevante sulla vita della mamma e del neonato. In Italia le donne che manifestano ogni anno la depressione perinatale sono circa 90.000. La malattia può originare dall’insieme di diversi fattori: sociali, ormonali, fisici, psicologici e cognitivi. In gravidanza l’ansia è spesso individuata come la responsabile delle conseguenze negative sullo sviluppo del neonato e sulla possibilità di manifestare la depressione post-partum; circa il 40% delle donne che sono depresse in gravidanza manifesterà sintomi anche dopo la nascita del bebè.
La prevalenza della depressione in gravidanza è maggiore nel primo trimestre mentre decresce nel secondo e nel terzo. Gli stati di ansia invece aumentano progressivamente con il progredire della gravidanza. Il picco si raggiunge intorno alla 32ma settimana.
Ansia del parto, ansia del nascituro ma soprattutto ansia del ruolo di madre sono alcuni dei fattori scatenanti ma troppo spesso i sintomi vengono sottovalutati sia dalle future mamme che dalle figure mediche di riferimento. Per quanto riguarda il periodo successivo al parto, fino al 70-80% delle madri manifestano nei primi giorni sintomi lievi e transitori di malinconia e depressione, il cosiddetto “maternity blues” meglio nota come baby blues. La tristezza post parto è una sindrome benigna e transitoria molto comune che tende a scomparire spontaneamente entro una settimana dal parto ed è caratterizzata da sentimenti di inadeguatezza a svolgere il ruolo di madre. Da recenti studi è emerso che il 20% dei casi di maternity blues si può evolvere in depressione post parto.
Cosa sono questi omega 3 di cui spesso si sente parlare?
Gli omega 3 fanno parte di acidi grassi definiti PUFA (polyunsatured fatty acid). L’uomo però non è in grado di sintetizzare alcuni acidi grassi poliinsaturi (per questo sono definiti essenziali): l’acido linoleico, della serie omega 6, e l’acido alfa-linolenico, della serie omega 3.
È necessario quindi che vengano introdotti con l’alimentazione o attraverso l’integrazione. In natura esistono vari tipi di acidi grassi
omega 3 vari ma quelli effettivamente utili per l’uomo sono EPA (acido eicosapentanoico) e DHA (acido docosaesanoico).
Gli omega 3, al contrario degli 6, hanno un effetto antinfiammatorio.
Il rapporto ottimale tra omega 6 ed omega 3 per prevenire malattie e ridurre la mortalità dovrebbe essere di 4:1; un rapporto di 3:1 abbassa il grado di infiammazione in artrite reumatoide, asma, sclerosi multipla, morbo di Crohn, colite ulcerosa, psoriasi, lupus eritematoso, ecc.
Un aumento del rapporto omega 6/omega 3, causato da uno scorretto apporto alimentare di acidi grassi e da diete sbilanciate (perché
troppo ricche di carni o troppo ricche di carboidrati), infatti, è stato correlato ad un costante incremento di patologie
infiammatorie, allergiche e autoimmuni.
Gli introiti raccomandati di omega 3 (acido alfa linolenico) sono: 1,1-1,6 g (0,7-1,2 in età pediatrica). Principale fonte di omega 3 sono: pesce (non di allevamento), semi di chia (20g %), semi di lino (14 g %), semi di canapa (6,9g %) , noci (6,6 g % ), olio semi di lino (54 g % ml), olio di semi di canapa sativa (17 g %). Il contenuto di omega 3 e in particolare di EPA è inoltre molto elevato nelle alghe Nori e Klamat.
Tra i cereali, alimenti normalmente ricchi di omega 6, esiste una graminacea proveniente dall’ Africa chiamata Teff, che invece è ricca di omega 3. Si tratta di un cereale antichissimo e per di più privo di glutine.
Cosa c’entra la depressione perinatale con gli acidi grassi Omega 3 e la Vitamina D?
Medici e nutrizionisti sono d’accordo sull’importanza di portare in tavola cibi buoni e ricchi di acidi grassi.
Per le donne in stato interessante questo fattore diventa ancora più importante perché gli studi hanno suggerito l’esistenza di una correlazione tra la carenza di omega-3 e un maggiore rischio di soffrire di depressione post-partum, e hanno documentato l’effetto protettivo del DHA sul rischio d’insorgenza della depressione perinatale, grazie all’effetto antinfiammatorio e neuroplastico.
Nelle donne colpite da depressione pre-parto e post parto, i livelli degli omega-3 totali erano significativamente inferiori rispetto a quelli trovati nelle donne non colpite dai disturbi depressivi.
In particolare, è emerso che nelle pazienti con depressione prenatale i livelli di EPA e DHA erano notevolmente più bassi. In maniera analoga, i ricercatori hanno anche trovato un’associazione tra la carenza di omega-3 e l’elevato rapporto tra omega-6 e omega-3 nel sangue definendoli condizioni associabili proprio alla depressione post-partum e alla depressione prenatale.
Questi risultati nel loro insieme evidenziano l’importanza degli acidi grassi polinsaturi nella depressione clinica: il cervello è infatti ricco di omega-3 e dei loro derivati, che regolano diversi processi biologici, come la neurotrasmissione, la neuroplasticità e l’infiammazione neuronale, e quindi l’umore e la funzione cognitiva; ciò suggerisce un loro ruolo nel trattamento per la depressione perinatale.
Bilanciare questo rapporto comporta diversi benefici sia sul buon esito della gravidanza sia sulla salute della mamma dopo il parto: L’EPA e il DHA potrebbero rappresentare un trattamento efficace e sicuro per combattere la sindrome depressiva perinatale, grazie alla loro capacità di regolare l’infiammazione neuronale e la plasticità cerebrale.
E la vitamina D?
Il ruolo della vitamina D è riconosciuto da tempo ma ancora non è stato messo il luce il suo importante ruolo nella depressione e in particolare nella depressione post parto. E’ stato dimostrato che il cervello ha numerosi ricettori della vitamina D e lei stessa gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo del cervello e nella produzione di due ormoni collegati alla depressione (noradrenalina e dopamina)
Un nuovo studio pubblicato su British Journal of Obstetrics and Gynaecology è stato disegnato per verificare se i sintomi di DPP sono più comuni nelle donne cinesi che hanno bassi livelli di vitamina D subito dopo il parto.
Un supplemento di vitamina potrebbe rilevarsi un intervento a basso costo e sicuro per le donne in gravidanza che dovrebbero essere sottoposte per valutare un eventuale carenza di vitamina D e per prevenirla.
PARLA CON IL TUO MEDICO!
Il ricorso ad integratori è consigliato solo previa prescrizione del medico! E’ la persona di riferimento per conoscere i livelli massimi di assunzione.
Ma se arrivi preparata ed informata puoi richiedere di fare specifici esami del sangue che ricerca le quantità di specifici valori!
La DPP rappresenta un problema di salute pubblica di notevole importanza, in Italia si stima che su 576.659 nascite all’anno almeno 46.000 donne possono soffrire di DPP (dati ISTAT 2008). I sintomi di solito iniziano entro tre mesi dopo il parto.
A livello globale, ciò che maggiormente contribuisce alla DPP è lo stato socio-economico, la demografia, la storia familiare, e il sostegno materno e sociale.
La depressione post partum si presenta invece nelle 4 settimane dopo il parto con sintomi depressivi come:
-essere giù di morale
-piangere spesso
-sentimenti di inadeguatezza
-irritabilità
-stati di ansia fisica ( il famoso “nodo in gola”)
-alterazioni dell’appetito e del sonno
Il nostro Mommy’s Beauty Lounge è un centro specializzato nel benessere delle Mamme, qui conosciamo bene le necessità e le difficoltà che le Mamme in dolce attesa possono affrontare e sappiamo quanto sia importante ricevere le giuste informazioni e l’assistenza idonea prima che sia troppo tardi.
Per questo abbiamo studiato un apposito percorso dedicato alle donne in gravidanza che prevede un primo fondamentale appuntamento, ovvero la CONSULENZA PREVENTIVA. Durante questo incontro valuteremo le tue necessità, i tuoi bisogni, i tuoi obiettivi e lo stato generale della tua gestazione.
E ricorda, il benessere della mamma influenza il benessere del bimbo che porta in grembo perché le loro terminazioni nervose sono profondamente connesse!