Parliamo di bellezza. Sapevi che il 79% delle ragazze e l’85% delle donne ha evitato almeno una volta nella vita un evento importante perché non si vedeva abbastanza bene nello specchio? (fonte: Dove Global Beauty and Confidence Report 2016).
Sarà capitato anche a te. Esattamente come a quell’85% di donne, di cui faccio parte anche io.
In questo sondaggio c’è la dimostrazione che l’immagine negativa autopercepita rispetto al proprio corpo è un grosso problema che ostacola la salute, la felicità e il successo di molte donne. Da secoli siamo “giudicate” e valutate in base ai nostri corpi e questo diventa drammaticamente pressante (e pesante) dopo aver partorito, quando le donne vengono bersagliate su come dovrebbero apparire.
Per ogni donna la gravidanza è il miracolo della vita in nome del quale ha accettato passivamente chili in più, grasso, smagliature ed emorroidi. Magari si è dovuta sottoporre ad estenuanti pratiche di PMI per coronare il sogno di far crescere per 9 mesi dentro di sé un altro essere umano. UN ALTRO ESSERE UMANO.
Il corpo cambia e la donna lo accetta, ma questo non vuol dire che le faccia piacere. Ma ironia della sorte si ritrova pure giudizi, critiche, consigli non richiesti a casa, sul lavoro, nel web. La donna arriva dunque ad avere un’idea molto specifica di come “dovrebbe” essere fisicamente e il fatto di non centrare perfettamente quell’ideale la porta a limitarsi e autodefinirsi in modo negativo.
Bellezza: le aspettative irrealistiche sono l’anticamera dell’auto body shaming
Il dialogo interiore e le conversazioni con gli altri avvengono automaticamente e, senza rendersene conto, si cade in schemi di pensiero a cui non si presta più nemmeno attenzione, ma che rafforzano l’auto-body shaming.
“A mio marito non piaccio cosi! Forse mi riguarderà se perdo un po’ di peso”.
“Guarda che tremolio orribile: ho le ali di pipistrello! Non posso mettermi la maglia che mi piace”.
“Non voglio farmi vedere in costume da bagno con questa pancia”.
“Non mi interessa quanto fa caldo! Non posso indossare i pantaloncini perché ho la cellulite!”
Ti sei mai rivolta frasi del genere o hai sentito qualche tua amica parlare così di sé stessa?
Prima di capire il dietro le quinte degli inestetismi e la complessità del corpo umano l’ho fatto anche io (soprattutto nel mio secondo post parto).
Non è mia intenzione minimizzare la percezione che ognuna ha sé, anzi sto ben attenta a rispettare il vissuto e le emozioni di tutte: noi donne osserviamo altre donne, confrontiamo il nostro aspetto con quello della tv e dei reel, leggiamo le riviste e facciamo costantemente ricerche su Google sulla bellezza.
Ma ci “dimentichiamo” sempre un aspetto fondamentale: i risultati definibili “buoni” che possono soddisfare il nostro ideale, non sono universali, ma ampi e mai uguali per tutti. Molto dipende dalla fatica, dal sonno, dagli ormoni, dallo stile di vita, dall’età, dai livelli di attività (dentro e fuori dalla palestra) e dalla salute generale. Questa dimenticanza genera delle aspettative irrealistiche che sono più deleterie delle “problematiche” stesse. Sono proprio queste che conducono a un unico risultato matematicamente certo: quello dell’insoddisfazione.
Bellezza: gli obiettivi sono diversi per tutti, bisogna imparare a guardarsi con il cuore e affidarsi a una consulente esperta
Per contrastare e ridimensionare le aspettative irrealistiche (e fissare una buona volta obiettivi concreti e raggiungibili) basterebbe solo fidarsi un po’ di più dello sguardo amico, ma professionale della tua consulente (che non ti giudica mai!) e cambiare lo specchio e il modo in cui ti osservi: farlo con il cuore, anziché con il cervello, cambia completamente la prospettiva delle cose. Magari domani è la scusa per iniziare a provarci davvero.
Prenota una consulenza body start: ti prometto che comincerai a guardarti con altri occhi. Qui ti spiego di cosa si tratta.
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